L’avvento dei media digitali ha favorito un’evoluzione rapidissima dei linguaggi dei giovani cambiando di fatto le modalità attraverso cui si avvicinano all’informazione e ai rapporti sociali. La scuola vive questo mutamento con le difficoltà degli insegnanti a stare al passo con il cambiamento e, nello stesso tempo, riscontrando frequentemente l’inadeguatezza dei modelli tradizionali d’apprendimento, sempre meno attraenti per gli studenti. L’e-learning, in questo panorama, può essere utile ai docenti per ricostruire un dialogo formativo basato sul nuovo linguaggio e sulla nuova cultura giovanile. Ma cos’è l’e-learning?
L’E – Learning è una nuova forma di apprendimento che sfrutta le potenzialità rese disponibili dall’avvento e dalla diffusione di Internet. Si basa su una tecnologia specifica denominata learning management system (LMS) ossia una piattaforma applicativa che permette l’erogazione dei corsi in modalità e-learning, l’iscrizione degli studenti e il tracciamento delle attività on-line. Ha il grande vantaggio di fornire formazione (in tempo reale e/o asincrona) agli utenti, che possono accedere ai contenuti in qualsiasi momento o luogo in cui esista una connessione di rete, inoltre, grazie ai contenuti multimediali, alla possibilità di una valutazione immediata e all’uso di forum di discussione, il processo di apprendimento appare più motivante e accattivante.
La forma di erogazione dei contenuti varia da quella cosiddetta “blended learning” (apprendimento misto), in cui la componente online rafforza e arricchisce la formazione tradizionale (aula, seminari, ecc.), a quelle attività che  avvengono totalmente on line. In genere, la scelta cade sulla forma mista o comunque su forme che prevedono interventi frontali al fine di superare il limite connaturato a l’e-learning, cioè quello dell’isolamento fisico tra il docente e i discenti e tra i discenti, che spesso può pregiudicare il successo del progetto e favorire l’abbandono.
Trova campo di applicazione nei principali meccanismi del sistema educativo, produttivo e sociale.
Trattandosi di innovazione, l’e-learning richiede un cambiamento che metterà in discussione abitudini, norme e metodi consolidati, pertanto, all’avvio di una possibile iniziativa andranno attentamente considerati il contesto, le caratteristiche individuali dei soggetti in apprendimento, l’attitudine nei confronti della tecnologia, ecc.
Il mondo dello studio rappresenta il campo naturale degli interventi formativi e di conseguenza anche dell’e-learning per le seguenti ragioni: lo studente, a differenza di una persona con occupazione lavorativa, ha nella formazione il principale obiettivo, accettando di miglior grado l’apprendimento orientato alla teoria e di non immediata utilità; inoltre, si presuppone che un giovane studente abbia maggiore familiarità con le nuove tecnologie rispetto alle generazioni precedenti. Naturalmente, l’adeguatezza dell’e-learning per l’universo studentesco non può prescindere dall’analisi del contesto istituzionale in cui gli studenti sono inseriti e quindi scolastico, universitario o formazione professionale.
L’apprendimento on-line permette di abbattere le mura dell’aula e di coinvolgere nel processo formativo altre persone (gemellaggi); è occasione di accesso ai contenuti formativi per coloro che non sempre possono essere presenti in classe, per esempio studenti disabili (attraverso uno specifico utilizzo della multimedialità) o studenti extracomunitari che a volte tornano nei loro paesi di origine per periodi più o meno lunghi. Per i docenti è un’opportunità d’arricchimento della didattica tradizionale attraverso l’utilizzo della multimedialità, uno strumento che permette di educare i giovani all’uso critico e consapevole dei media per la ricerca di risorse on-line e, inoltre, uno strumento di autoformazione continua e autonoma.
Nella scuola italiana, ad esclusione dei tradizionali campi dell’apprendimento delle lingue e dell’informatica, l’e-learning, in molti casi, passa attraverso progetti di esperimenti portati avanti autonomamente da singoli docenti, che si servono di software open source o di applicativi specifici gratuiti sulla rete, tutto relativamente alla loro familiarità con le tecnologie e alla loro motivazione.
Le difficoltà maggiori per un’affermazione dell’e-learning, secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio ANEE nel 2005 negli istituti tecnici e licei, sono da una parte i costi della dotazione informatica, dall’altra la scarsa valorizzazione del tempo dedicato da docenti demotivati già da stipendi poco remunerativi. Emerge, inoltre, tra i ragazzi che usano il web in via informale sia per svago che per ricerca di informazioni, la percezione che i docenti ne enfatizzino più i limiti e gli aspetti negativi che le opportunità.
Senza escludere che alcuni insegnanti possano temere di mettere a nudo il loro grado di preparazione o di aggiornamento, l’impossibilità di avere il controllo dell’utilizzo dello strumento sembra tenere lontani i docenti dall’uso di questo tipo d’esperienza, i quali sottolineano l’assenza di sistemi di verifica nonché i rischi della dispersività nel mare delle informazioni non sempre attendibili. Emerge, quindi, la necessità di formare gli studenti sul corretto utilizzo di internet, tenendo conto che essi tendono a non mettere in discussione l’affidabilità della fonte informativa (immaturità del senso critico).
Di fronte alla necessità del cambiamento dettata dalla rivoluzione digitale e dai rapidi mutamenti sociali, il docente può cadere nella tentazione di assumere una posizione radicale di difesa del proprio status e dei propri metodi, ma il rischio è che si allarghi ancora di più il gap di comunicazione con gli studenti.
Il dialogo e la convergenza attraverso nuove modalità d’accesso all’informazione è un percorso difficile che richiede una riflessione sul ruolo della scuola nella società contemporanea, sul ruolo ed identità di insegnanti e studenti, e sulla necessità di supportare e motivare i docenti a mettere in atto il cambiamento. Una riflessione forte e condivisa sul ruolo dell’educazione offerta, sull’opportunità di far afferire in modo strategico l’e-learning e su come e fino a che punto quest’ultimo possa sostituire il rapporto umano docente discente.
Proposta di un rudimentale percorso di e – learning in campo motorio nella scuola secondaria di secondo grado.
Nell’insegnamento delle Scienze Motorie, premesso che le attività dovrebbero privilegiare principalmente l’aspetto pratico della disciplina, vi è spesso la necessità di arricchire ed approfondire l’azione didattica con contenuti teorici, per fornire ai ragazzi le competenze cognitive necessarie nella quotidianità e nella pratica sportiva. Inoltre, considerando che oggi l’educazione fisica può essere materia di esame alla maturità superiore, per le classi terminali diviene di fondamentale importanza trattare in modo adeguato tutti gli aspetti della materia. Le due ore curriculari settimanali son già insufficienti per soddisfare le esigenze di moto degli allievi e sarebbe ingiusto non assecondare la loro naturale predisposizione al gioco-sport e non sfruttare i contenuti formativi che questo implica dal punto di vista della socializzazione, del rispetto delle regole, del fair play, del benessere psico-fisico e quindi nella formazione della personalità dell’alunno.
Oggi i libri di testo prevedono anche un’estensione on-line attraverso la quale gli alunni e i docenti previa registrazione possono accedere a contenuti multimediali di completamento molto utili al processo di insegnamento-apprendimento, ma quanti alunni si muniscono del libro considerando che l’acquisto è consigliato e non obbligatorio? Ecco venirci incontro un “applicativo specifico” gratuito e molto diffuso sulla rete: facebook.
Facebook, insieme a whatsapp, è il più diffuso Social Network, uno strumento di comunicazione virtuale che ha soppiantato i più costosi e macchinosi sms e ha sempre più catturato e caratterizzato la cultura giovanile e non solo. Il preconcetto di ordine cultarale che relega facebook come piattaforma destinata ai ragazzi e per questo non “sicura” è l’ostacolo principale al suo utilizzo in campo scolastico e didattico in generale, pur presentanto al suo interno delle caratteristiche che lo rendono uno strumento perfetto per la didattica virtuale. La diffidenza di docenti e dirigenti è ingiustificata perchè in realtà è una piattaforma presente sul web da tempo, consolidata e caratterizzata da un sistema abbastanza protetto con un’architettura anti intrusione molto complessa da violare, al contrario delle piattaforme più “giovani” ritenute più sicure per il semplice motivo che sono state concepite apposivitamente per soli scopi didattici, alle quali la scuola si affida.
Naturalmente non è uno strumento da utilizzare in modo superficiale e ci sono alcuni aspetti non trascurabili da considerare prima di approcciarsi:

  1. è opportuno creare un account dedicato per evitare di confondere il professionale con il personale e coinvolgere gli altri docenti;
  2. creare dei gruppi privati (classi virtuali) visibili solo ai partecipanti e chiusi in modo che solo gli amministratori (docenti) possono aggiungere partecipanti;
  3. invitare gli studenti via mail ad aderire al gruppo, con il coinvolgimento dei genitori per la liberatoria (assolutamente per i minori di 13 anni) e il dirigente scolastico per generare eventualmente delle mail d’istituto;
  4. creare sottogruppi per discipline con il coinvolgimento dei docenti del consiglio di classe.

Nella nostra proposta potrebbe rappresentare quella forma di apprendimento misto, “blended learning”, in cui la componente online ci permetterà di rafforzare e arricchire la tradizionale offerta didattica in palestra. Attraverso la costituzione di un gruppo virtuale chiuso che includa tutti gli alunni della classe o tutti gli alunni delle classi parallele, amministrato dal docente, si possono condividere argomenti e video didattici, avviare lezioni in diretta, discussioni su avvenimenti sportivi significativi, su episodi legati allo sport, somministrare test, ecc.
Un uso didattico che può abituare i ragazzi al confronto delle idee e aiutare i più introversi ad esprimere le proprie emozioni, mentre, interagendo con il loro nuovo linguaggio mediatico, il docente avrà modo di approfondire il suo intervento didattico, di conoscerli, di valutarli e di censurarli ogni qualvolta si renderà necessario, abituandoli, quindi, ad un uso intelligente e costruttivo di facebook e del web in genere.

salvin

Di salvin